La Notte Rosa, Rosetta… Rosina.

A scorrere il programma della Notte Rosa 2016, giunta alla sua undicesima edizione, non si può non constatare, sconsolati, che il format del “Capodanno dell’estate” è purtroppo un contenitore ormai vuoto, o per meglio dire, riempito stancamente di appuntamenti al ribasso, modesti, più riconducibili al mero e ordinario intrattenimento estivo, spesso di bassa fattura.Sono un lontano ricordo le edizioni che avevano per protagonisti Vinicio Capossela, Franco Battiato, Fiorella Mannoia, Mario Biondi, Ludovico Einaudi o Nicola Piovani e tra le madrine gemme preziose come Valentina Cortese, oggi sostituita, quando va bene, dalla quinta o sesta classificata di un talent show o dalla Signorina Rosetta detta Rosy, front woman di qualche arrangiata cover band. Facile obiettare: ma non ci sono più i soldi.

Il tema vero è che non ci sono più le idee e manca totalmente una visione strategica.

Se da un lato il venir meno delle risorse che ha messo in campo la Provincia fino al 2013 (anno di chiusura dell’Agenzia di Marketing) è un fatto oggettivo, dall’altro già da qualche tempo prima si era volutamente abdicato a ogni ruolo di regia, lasciando soli i Comuni della riviera e vuoto di contenuti il palinsesto. Si è cominciata ad avvertire una certa stanchezza e insofferenza, come se ne dovesse sopportare inevitabilmente la presenza, il format aveva ormai perso la sua straordinaria spinta iniziale, sono progressivamente diminuiti l’entusiasmo, la voglia di esserci e partecipare.

Il troppo successo dei primi anni ha dato alla testa e l’ingordigia ha preso il sopravvento. Qualcuno ha pensato, sbagliando palesemente, che anticipando gli eventi principali del week-end al venerdì sera, si sarebbe automaticamente “allungata” la permanenza dei turisti, costringendo i nostri ospiti a prenotare almeno due notti. Si è trattato di un errore strategico clamoroso, sicuramente dal punto di vista della comunicazione (il Capodanno è il Capodanno, non è un week-end), che ha prodotto inizialmente grande confusione e malcontento (ma la notte rosa è venerdì o sabato? – lo chiedono ancora oggi – ma io il venerdì lavoro! Quanti di questi commenti abbiamo letto sui social e ascoltato ovunque) e ha sottratto alla Notte Rosa i tratti dell’evento-unico, dello stupore, l’effetto WOW!

La diluizione del pubblico su tre giorni è stata deleteria: si è perso il fantastico colpo d’occhio di piazze e lungomari pieni di gente e non ha neanche lontanamente raggiunto l’obiettivo dell’aumento delle presenze negli hotel. I dati di presenze e arrivi degli ultimi anni mostrano, a leggerli con attenzione, una diminuzione significativa nel week-end della Notte Rosa. Se si trova qualche segno più è a causa degli arrivi della domenica, a evento concluso. I turisti hanno via via abbandonato la Notte Rosa sia a causa della proposta mediocre sia perché è ormai visto come un fine settimana da evitare, per la confusione, il disordine, i problemi di ordine pubblico. Proprio quegli elementi da cui era partito il ragionamento intorno al “concept” del Capodanno estivo, una nuova narrazione delle notti in riviera attraverso cui riposizionarsi e raccontare un volto diverso.

Alcuni operatori, in prima linea albergatori e bagnini, vivono ormai con fastidio La Notte Rosa e attendono solo che passi. Sono sempre meno gli addobbi, le feste, i menù a tema e le mise en place (direbbe qualcuno) total pink, tutto quel colore diffuso che faceva della Notte Rosa un evento unico, diverso da ogni altro, proprio grazie alla partecipazione di tutti (si diceva “tutti sono protagonisti”). Qualcun altro invece ha pensato di far crescere La Notte Rosa spalmandola prima fino a Comacchio (senza ottenere nessun valor aggiunto, né in termini di comunicazione né tanto meno di contenuti) poi, dal 2015, addirittura fino alle Marche, precisamente a Senigallia, con il solo risultato di annacquarla ancora di più. Cui prodest? Probabilmente giusto alle Marche, che beneficiano del traino (ormai di rendita) e della comunicazione messa in campo da APT Emilia-Romagna.

Ma per la Riviera di Rimini? Quale il posizionamento? Quale il messaggio? Dov’è finita la nostra unicità? La nostra capacità di distinguersi dalle altre destinazioni, di arrivare prima e rilanciare senza sosta? E, a questo punto, dove il coraggio e l’onestà intellettuale di guardare in faccia a una realtà sotto gli occhi di tutti, parlare chiaro e mettere fine (o cercare soluzioni alternative) a questa Notte stanca e abbruttita?

In compenso, noi a Bellaria Igea Marina, con le nostre splendide idee, di fronte ai tanti “scoppiettanti” chilometri di costa in festa, ci consoleremo con l’imperdibile concerto di Demo Morselli e Marcello Cirillo, idoli delle folle e con la notte rosina dei bambini: l’estate di Masha e Orso. Noi.

Federico Guerra

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