La nuova legge urbanistica regionale dell’Emilia Romagna e la rigenerazione urbana

di Stefano Balestri

Dopo un lungo confronto con gli Enti territoriali è stata approvata la Nuova legge urbanistica regionale che è stata illustrata recentemente a Bellaria dal Consigliere regionale Giorgio Pruccoli, uno dei principali promotori della legge che è entrata in vigore dal primo gennaio 2018. Uno dei principi qualificanti è il raggiungimento dell’obiettivo del consumo zero del suolo. L’ambiente non può considerarsi infinito e tutti sappiamo quanto sia stata notevole la copertura edificata negli ultimi decenni. Recentemente l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha diffuso dati allarmanti secondo i quali con le sue attività costruttive l’uomo erode 3 metri di suolo al secondo, circa 30 ettari al giorno. Il consumo di suolo fa perdere alla produzione agricola 400 milioni all’anno.

Con la nuova legge si passa dai 250 Kmq di consumo del suolo a 70 Kmq; e ogni Comune non potrà andare oltre il 3% di consumo del suolo rispetto al territorio urbanizzato. A questo limite vengono poste delle deroghe per la realizzazione di opere pubbliche, parchi urbani, zone di ampliamento artigianale, oltre all’edilizia residenziale sociale e alla tutela del territorio agricolo e qui si possono costruire nuovi fabbricati per il miglioramento delle attività e incentivi per eliminare quelli vecchi. Viene esclusa l’edilizia libera e si parla di “ Rigenerazione urbana” per la quale la Regione, per ora, mette a disposizione 30 milioni per progetti di riqualificazione e incentivi fiscali del meno 20% del costo di costruzione. La nuova legge prevede anche una semplificazione degli strumenti urbanistici con un unico Piano territoriale: per la Regione ( PTR), per le città metropolitane ( PTM), per le Aree vaste ( PTAV). Anche i Comuni dovranno dotarsi di un Piano urbanistico generale ( PUG) in sostituzione del PSC ( Piano strutturale comunale).

Per Pruccoli la Nuova legge urbanistica si pone anche l’obiettivo di “progettare la bellezza”, promuovendo concorsi di idee che hanno come scopo la rigenerazione urbana che nella sua definizione più ampia, non rappresenta solo un cambiamento fisico-estetico, ma anche culturale, sociale, economico ed ambientale. Ciò prevede quindi il coinvolgimento dei cittadini, in particolare degli utenti delle aree coinvolte nella rigenerazione. E’ interessante notare che l’espressione “Rigenerazione”, trascende il termine “Riqualificazione” che ha una connotazione più “edilizia”, per ampliarsi verso aspetti di carattere più economico-sociali e culturali.

Anche nei documenti dell’Unione europea si riconosce il ruolo strategico delle politiche urbane, dove si pone particolare attenzione alla riqualificazione delle aree urbane svantaggiate. Non va dimenticata la possibilità di attingere ai Fondi europei finalizzati allo sviluppo urbano che sono presenti nella Programmazione finanziaria della UE per il periodo 2014-2020.

Se pensiamo alla nostra realtà comunale la nuova legge urbanistica regionale, offrirebbe prospettive interessanti, dato che al momento notiamo solo un po’ di “trucco e parruccosenza interventi strutturali che darebbero davvero un volto nuovo alla nostra città. Altri l’hanno fatto, vedi Rimini con il progetto “Parco del mare”. Qui non si stanno proponendo piccole operazioni di lifting ma di un’operazione progettuale nella prospettiva di uno sviluppo di città per i prossimi trent’anni. Si tratta di pensare una città, in particolare nel settore turistico, che conquisti nuove aree di mercato turistico, superando la logica di piccolo cabotaggio del “tanto i turisti vengono lo stesso”, perché tale assunto se vale (in parte) oggi, non varrà più domani. Oggi l’offerta turistica in un mondo globalizzato è estremamente ampia e restare fermi alle sole innovazioni introdotte a Bellaria Igea Marina negli anni ’80-90, indirizzerà i flussi turistici verso altri luoghi.

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