Palacongressi al Veleno

di Mauro Filippini

C’eravamo tanto amati. E avevamo immaginato un sodalizio fatto di scambi alla pari: io famiglia Foschi dò il Palacongressi a te, tu Comune mi metti buoni indici di edificabilità nell’area Aquabell. Semplice, lineare, senza trucco e senza inganno per le due parti contraenti, a parte la nuova colata di cemento. Solo che…

Solo che il Palacongressi è un pacco pieno di abusi e in uno stato di conservazione pietoso; e quanto ad Aquabell, si sa che di questi tempi tutti i “motori immobiliari” battono in testa e per la proprietà l’orizzonte non fa scorgere affari che possano compensare il debito lasciato dal compianto Veleno, il capostipite della famiglia Foschi scomparso il 18 luglio 2012 quando le sue finanze erano compromesse e l’impero economico di un tempo ridotto a pochi pezzi di pregio. È tra questi beni che il Comune pensava di avere trovato il jolly per fare svoltare gli affari di taluni alberghi verso una stagione lunga. L’opposizione, che quando era maggioranza mai era riuscita a “governare” un personaggio fuori da tutti gli schemi come Veleno, aveva messo più volte in guardia la Giunta di Ceccarelli: attenti a quel che fate col Palacongressi, quella struttura è talmente viziata da irregolarità edilizie che non può essere oggetto di alcuna trattativa; bisogna solo convincere la proprietà a regolarizzarne lo stato.

Niente, quei sapientoni che governano il Comune non hanno voluto ascoltare nessuno. Hanno chiuso gli occhi di fronte all’evidenza, preso in comodato d’uso la struttura per consegnarla ad un gestore amico. Poi il dirigente del Comune, dopo quattro anni!, ha scoperto le irregolarità e ordinato «la demolizione e il ripristino del luoghi». In caso contrario il Palacongressi verrà incamerato a «titolo gratuito nel patrimonio del Comune». Un patrimonio che, comunque, costerebbe tantissimo se è vero che «l’area oggetto di accertamento si presenta in condizioni di fatiscenza funzionale, essendo le opere in uno stato di deterioramento legato essenzialmente alla vetustà delle stesse e a una non costante manutenzione».

Finito l’idillio, gli eredi di Veleno domenica sul Carlino si sono tolti tutti i sassolini dalle scarpe: «Sei mesi fa ci comunicano che va tutto bene e che possono tranquillamente proseguire la loro gestione, mentre ora, alla scadenza del contratto, dichiarano che la struttura è abusiva e che va demolita. A norma di contratto, la manutenzione ordinaria dell’immobile spetta al conduttore, ovvero al Comune. L’Amministrazione in questi anni più volte ci ha comunicato di aver sostenuto ‘ingenti spese’ per il mantenimento ed il buon funzionamento della struttura. Ma se la struttura risulta ora fatiscente e deteriorata, dove sono finiti tutti questi soldi? Sarebbe inaudito che un’amministrazione comunale avesse gestito per ben 4 anni una struttura deteriorata, fatiscente e per buona parte abusiva senza operare alcuna manutenzione e per di più, dandola in appalto a terzi».

Riassumiamo: il Comune ha fatto una enorme sciocchezza a prendere in comodato d’uso il Palacongressi; quando ci è entrato per quattro anni non ha visto in che guaio s’era cacciato; alla fine, sotto la spinta dell’opposizione (ma, forse, anche della magistratura) ha certificato il disastro.

La situazione è politicamente imbarazzante e molto grave sul piano amministrativo. C’è chi ha stimato che per mettere tutto a posto ci vorrà, almeno, un milione di euro. Difficile pensare che quella cifra possa uscire dalle finanze della famiglia Foschi. È invece altamente probabile che toccherà alla collettività farsene carico. Quindi prepariamoci a pagare per la stagione lunga di qualche albergo: a Bellaria-Igea Marina vale la regola della privatizzazione dei profitti e della collettivizzazione delle perdite.

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