Basta con sciocchi giudizi. In verità, le grandi opere degli anni ’80 e ’90 sono i pilastri sui quali si fonda la fortuna della nostra città

Riceviamo e pubblichiamo con piacere l’intervento di un nostro lettore, che non avendo trovato spazio sul giornale di carta, postiamo ora sul nuovo OTTOPAGINE WEB

“E’ diventata consuetudine degli esponenti del Centrodestra, con i novelli soloni politici, esprimere giudizi perentori e sentenze sommarie su chi ha gestito in passato l’Amministrazione Comunale, sull’allora PCI e sugli amministratori che aveva espresso. Questo avviene in ogni circostanza: dall’incidente ferroviario, in occasione d’interpellanze, quando vengono espressi giudizi critici, ecc.

Appare perciò opportuno ricordare, in sintesi, che agli inizi degli anni ’80 l’allora PCI aveva dimensioni straordinarie: quasi mille iscritti, otto sezioni territoriali con un centinaio di dirigenti sezionali e comunali . Questa imponente forza politica viene ricordata dall’opposizione come un partito fortemente ideologico, monolitico, bloccato da vecchi e stantii dirigenti che prendevano ordine da chissà dove. Ebbene il PCI in quegli anni operò una vera rivoluzione portando al vertice un gruppo di ventenni e trentenni, senza produrre traumi, né grandi scontri e battaglie politiche (rottamazione ante litteram?). Questo radicale cambiamento anche rispetto ai contesti provinciali e regionali, ha portato in quegli anni forze nuove e giovani alla gestione della Pubblica Amministrazione. Quindi anche nuove idee e progetti portati avanti con convinzione e determinazione.

Ci limitiamo a ricordare cosa realizzò quell’Amministrazione dagli inizi degli anni ’80 a metà del anni ’90 in termini di innovazioni, di opere strutturali che hanno cambiato il volto di Bellaria Igea Marina e determinato quelle caratteristiche ancora oggi mantenute e riconosciute validissime.

TESSUTO URBANO

La struttura urbana è stata rivoluzionata con la creazione dell’Arredo Urbano: l’Isola dei Platani, il viale Panzini, il viale Ennio, la piazzetta a monte, il viale Ovidio, il viale Italia. Scelta innovativa di cui hanno beneficiato l’immagine turistica, i cittadini, il commercio… In definitiva la logica dei centri urbani pregiati ad uso e consumo di residenti ed ospiti. La sua valenza è pure testimoniata dalla constatazione che da trenta anni gli unici cambiamenti prodotti risultano essere stati la primaverile piantumazione di fiori nelle aiuole e l’introduzione di pali, poi tolti a furor di popolo.

SOTTOPASSI FERROVIARI                                                                                                                                            Realizzati in quegli anni dopo una convenzione con le Ferrovie cinque sottopassi di cui 3 pedonali con possibile uso veicolare; non hanno risolto il problema linea ferroviaria, ma quello d’entrata e uscita dalla città. Una laboriosa trattativa aveva previsto un sostanzi oso finanziamento delle FF.SS e la chiusura dei passaggi a livello ,costosi e pericolosi. Da allora solo chiacchiere e tanto rumore prodotti tempo addietro dai rappresentanti dell’attuale maggioranza ( buttiamo la ferrovia a monte, interriamola!) e grande enfasi per la chiusura di due passaggi a livello alla Cagnona e l’apertura di un nuovo passaggio con le sbarre e di un pedonale.

   ARENILE

Furono demolite negli anni Ottanta strutture fatiscenti sull’arenile ( Gioventù Italiana, colonie Trento e Pavese) con recupero di arenile acquisito al patrimonio comunale e destinato dall’allora Amministrazione all’utilizzo libero; questo utilizzo è stato progressivamente tolto dalle Amministrazione di Centrodestra all’uso pubblico per assegnarlo a società di promozione, iniziative ed anche ad uso commerciale.

FIUME USO

Dopo l’ennesima tracimazione del fiume l’Amministrazione Comunale avviò una complessa operazione che in seguito produsse il progetto generale dell’Uso da Poggio Berni a Bellaria per un costo iniziale di 8 miliardi di lire. In una burrascosa e affollatissima assemblea pubblica con la presenza della Regione, Genio Civile, sindaci dei comuni interessati, furono delineate le caratteristiche del progetto: vasche di espansione, allargamento bacino , nuove sponde; in definitiva la messa in sicurezza del fiume. L’Amministrazione seguì da vicino l’avanzamento progettuale fino alla definizione. Il Comune non intervenne con finanziamenti propri, ma pose per prima il problema e lo portò all’attenzione dei livelli istituzionali preposti con la forza della popolazione alle spalle, particolarmente di quella di campagna colpita dalla esondazioni, che minacciava iniziative estreme. Risulta oggi, ultimata da poco tempo, un’opera complessa di grande rilievo provinciale e regionale.

STATALE 16 ADRIATICA

Nessuno ne parla, molti non la ricordano più. La partenza fu data agli inizi degli anni Ottanta dalla Giunta Baldassarri –Fabbri. Dopo l’ennesimo incidente con morti sulla vecchia Statale ( via Ravenna) fu prodotto il Libro Bianco sulla SS.16 e la presentazione avvenne di fronte a centinaia di cittadini, politici, autorità, parlamentari, ANAS. Fu una denuncia urlata e documentata delle inadempienze, delle responsabilità, di mancate promesse dal 1956 in poi, con nome e cognome dei destinatari. Fu un colpo ben assistito che determinò la partenza dell’opera con il progetto di variante dalla via Tolemaide a Cesenatico, finanziato da ANAS e Regione. Il Comune seguì costantemente l’avanzamento del progetto e dei lavori tant’è che frenò le iniziative di un Comune interessato che aveva mosso le sue pedine per scippare il finanziamento del primo tratto( che moralmente e formalmente spettava a Bellaria I.M.). Anche gli atti correlati, necessari all’approvazione superiore del progetto ( Piano delle cave per costruire il rilevato stradale), furono prodotti grazie al Comune che realizzò tale Piano in tempi brevissimi.   Opera vitale per il nostro Comune, avviata e maturata grazie alle capacità degli amministratori di allora di porre all’attenzione superiore l’annoso problema con metodi decisi ed anche poco ortodossi ( si minacciò di rendersi promotori di un blocco stradale sulla vecchia statale) e seguita nei successivi delicati passaggi.

Questa piccola cronistoria non nasce dalla volontà di autocelebrazione; si intende fornire ai cittadini bellariesi più recenti e ai giovani che non hanno vissuto direttamente quel periodo alcune notizie e valutazioni sul passato recente, sulle realizzazioni pubbliche di grande rilievo che caratterizzano ancora oggi la realtà cittadina. Correttezza politica richiede che questo passato recente venga valutato in modo corretto e obiettivo, non nascosto in ogni circostanza dietro stantie lagne sulle responsabilità altrui.”

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