OPINIONI APERTE: OUTLET Intervento di Fabbri

Riportiamo l’intervento di Ferdinando Fabbri pubblicato il 12 dicembre sul blog: “due soldi di cacio”

 

LA MALA AMMINISTRAZIONE: “L’OUTLET DI LUSSO SI FARA’….”

Ci sono cose che non possono essere figlie dell’incompetenza.

Ci sono cose che gridano vendetta contro chi guarda il mondo solo in termini di consumo, spreco e bruttezza.

Ci sono cose che non possono lasciare indifferenti.

Sì, non riesco a tacere come cittadino e come ex sindaco di questa mia bella cittadina. Tanto più come presidente della Provincia dal 1999 al 2009, primo responsabile e firmatario del Piano Territoriale (PTCP) che disciplina, tutt’oggi, le scelte di Tutela e Uso del territorio riminese.

In questi giorni l’assessore comunale all’urbanistica di Bellaria Igea Marina comunica alla stampa che il grande villaggio commerciale Outlet si farà e che gli uffici comunali e regionali stanno istruendo la pratica per procedere poi con l’autorizzazione.

Ma di cosa si sta parlando? Si pensa prima di agire o no? Continuiamo a navigare nella voluta ignoranza?

Attenzione. Si prevede di occupare e stravolgere un’area agricola per ventun ettari (210.000 mq) a 600 metri dal mare, classificata nel Piano provinciale come zona ad alta vocazione produttiva agricola, che possiede un marcato valore paesaggistico essendo ben evidente, a tutti coloro che la conoscono, la bellezza di quella campagna ordinata che va, lungo la via San Vito, da Bordonchio a Santarcangelo. Ecco dunque la Factory Outlet Village, in barba a qualsiasi tutela e valorizzazione dell’integrità fisica del territorio, prevista dalla Regione e dalla Provincia, in sfregio a un minimo di seria programmazione commerciale e agli stessi progetti integrati per le aree costiere (Gizc), che ben altra cosa prevedono per le zone a ridosso della Costa. Un pezzo di città artificiale che se realizzata vedrebbe la nascita di un finto borgo urbano contenente blocchi commerciali fino a 35.000 mq. con decine e decine di negozi, ristoranti, sportelli bancari, piazzette, servizi e chi più ne ha più ne metta. Il tutto per famiglie e avventori giornalieri che comprano, consumano e vivono alcune ore dentro quella finta città per poi ripartire verso le proprie destinazioni. Nulla rimane.

Un mega superstore in una zona a metà strada fra due dei centri commerciali più grandi d’Italia come quelli dell’Iper Romagna di Savignano e delle Befane di Rimini, che darà un ulteriore duro colpo non solo ai negozi del centro storico ma alle stesse aree pedonali marine a partire dall’Isola dei Platani di Bellaria. Saranno tante le navetta che di giorno e di sera porteranno i turisti alla nuova cittadella del commercio.

Ma perché? Quali sono i bisogni della comunità locale per un’altra “valle commerciale” di 210.000 mq con centinai di negozi? Per chi? Per che cosa? Per l’occupazione che si avrà! Si risponde. Ma a chi la raccontano? Se si prende in esame l’intero settore commerciale (e non può essere che così) alla fine i conti non tornano: il rischio vero è che i nuovi posti non compensino quelli perduti. E comunque il prezzo di un ulteriore assalto al territorio non può essere pagato né per dieci, né per cento nuovi occupati, altre sono le strade per un’economia solida.

Purtroppo chi ci amministra è figlio ancora di una cultura vecchia, superata e dannosa. Quella dello sviluppo quantitativo: più case, più capannoni, più centri commerciali. Ma così si muore. Non c’è futuro se non rimane nulla di quello che siamo e di quello che abbiamo. Ed è del tutto inutile, assessore Neri, alzare la bandiera del negozio alla moda.

Commenti

  • Giuseppe Prosperi 24 / 05 / 2016 Reply

    Bellaria e Igea Marina hanno già sofferto molto per una urbanistica spesso dispersiva e disordinata che ha alterato luoghi bellissimi di campagna vicina al mare. Ora si parla dell’ennesimo centro commerciale con annesso villaggio artificiale che darebbe il colpo definitivo al paesaggio agrario che, a monte della statale, presenta ancora squarci molto belli con lo sfondo appenninico. Mi sembra pura follia voler insistere su questo modello di sviluppo che tanti danni ha procurato al nostro paese. Teniamo anche conto che altri danni saranno apportati dalla variante alla ss.16. Non è proprio il caso di aggravare il peso di un’ulteriore urbanizzazione sul territorio.

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