Una (quasi) piazza fuori luogo

Riceviamo e pubblichiamo volentieri l’intervento di Ferdinando Fabbri – sindaco di Bellaria Igea Marina dal 1985 al 1995

Diversi amici mi hanno chiesto cosa penso della nuova piazza don Minzoni. Essendo stato, da sindaco, uno dei protagonisti dell’Isola dei Platani, straordinaria opera pubblica invidiataci da tutta la Riviera, in tanti mi hanno sollecitato il giudizio. Dico subito che per me la piazza è brutta. O meglio, per essere precisi, è FUORI LUOGO.

Infatti, al di là del bello o del brutto, che sono aspetti soggettivi, il punto è che si è costruito un ampio spazio beige di nessun pregio, assolato, appiccicato alla chiesa principale e inserito a gamba tesa nel cuore dell’Isola pedonale. A mio giudizio è mancato l’abc del progetto urbano. Che è quello di domandarsi prima di tutto a cosa debba servire l’opera pubblica che si intende realizzare.

Quando discutemmo con il gruppo di architetti e ingegneri bellariesi, che avevano il compito di progettare tutta l’asta stradale dell’allora via Paolo Guidi, compresi gli spazi adiacenti, arrivati all’area di fronte alla chiesa, il compianto e prezioso architetto Wilmer Zavatta per primo propose di pensare ad uno spazio per il silenzio, per la lettura, per l’incontro lento. E così fu progettata l’area don Minzoni: come spazio per la sosta lenta delle persone, abbracciato dal verde con piacevoli e giuste postazioni di sosta. Un segno urbano preciso con l’intenzione di riaffermare la chiesa come luogo dello spirito, non solo in senso religioso ma anche laico. Con la conseguenza che la scelta dei materiali, vedi i blocchetti di porfido rosso, la salvaguardia ad ogni costo dei pini, la trama del verde, il gioco delle aiuole e delle panchine, il tipo di illuminazione, la sua ricucitura gentile con il resto dell’isola dei Platani erano il frutto di questo pensiero, che tutti condivisero, a partire dai cittadini ampiamente coinvolti sull’impianto progettuale.

Questo è successo nel 1985. Oggi è probabile che sia io che non colga tutto il valore del nuovo intervento. Può darsi. Ma lo si spieghi per cortesia? Visto che di giorno sotto il sole è inabitabile e la sera è il luogo dell’ammasso dei turisti sulle panchine (scomode) per mangiare un gelato. E, nella necessaria spiegazione, si illustri anche come la nuova opera si armonizza col Viale dei Platani. Faccio queste domande non per polemica. Quel tempo dopo tanti anni di politica attiva è passato. Il problema non è essere di destra o di sinistra, non è chi è più bravo, non è se si può cambiare o meno. Si può fare tutto e cambiare tutto. E i giovani, di solito, sono più bravi dei loro predecessori. Però deve esserci un pensiero, una identità dei luoghi e delle loro funzioni. Un amore per la città con le sue preziose impronte di vita.

Il sindaco Giorgetti è una brava persona e penso che farà bene il suo mandato amministrativo. Mi appello perciò a lui, primo cittadino bellariese, affinché sposi le idee che non si accontentano dell’ordinario. Magari mettendo da parte il telefonino per lasciare più tempo alla riflessione.

Ferdinando Fabbri

COM’ERA PRIMA:

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