Il gioco si fa duro. Speriamo che serva …

“Non finisce proprio niente se non l’abbiamo deciso noi. È forse finita quando i tedeschi bombardarono Pearl Harbour? Col cavolo che è finita! E qui non finisce, perché quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.” John Belushi in Animal House (1978)

Lo straordinario e indimenticabile Belushi ci spinge a rilanciare il gioco del confronto.

 I nostri amici del centrodestra hanno risposto con livore polemico alle nostre valutazione di merito sull’operato della loro giunta e sui problemi del paese. Il confronto si scalda, bene. E’ utile per tutti. Si rompe la monotonia cittadina e con essa speriamo che si rompa il furbetto silenzio di altre ben più importanti associazioni e di quei soggetti politici che, nel chiuso delle stanze, sparano a pallettoni contro l’amministrazione, ma poi per piccoli interessi di bottega si accodano come nulla fosse.

 Siamo perciò soddisfatti, venga il gioco duro. Cresca il confronto di merito sulle questioni e si abbandoni la sicumera di chi non accetta mai nessuna critica.

Non lo nascondiamo, siamo contenti dunque perché stiamo ottenendo l’obiettivo per il quale siamo nati: muovere le acque. Contribuire a far crescere la riflessione della comunità su problemi importanti dalla cui soluzione dipenderà il futuro di tutti.

 Non ci interessa far propaganda per qualcuno. L’Associazione Amici di BIM non è il PD, anche se diversi associati hanno militato in quel partito. Così come non siamo interessati a battaglie ideologiche o di semplice appartenenza innalzando steccati, del tutto stupidi, del tipo noi di sinistra e gli altri, avversari, di destra. Le cose se sono buone non hanno bandiera. Il discorso torna perciò al merito delle scelte, al contenuto degli atti pubblici che investono gli interessi dell’intera città. Su questo cari amministratori di centrodestra, voi che siete maggioranza, vi vogliano giudicare. Ed è sugli atti che assumete che noi esprimiamo il nostro libero giudizio.

 Sulla spiaggia ribadite che andrete avanti e del resto non vi importa; sul porto non volete la darsena perché sono progetti faraonici e antieconomici; il turismo va bene così, non occorre nient’altro, e la strumentazione urbanistica può rimanere congelata. Ottimo. Come si vede non ci separa l’ideologia o la voglia di rivincita. Il passato non macina più. Conta il presente, contano le idee, contano le scelte. Ci separa il merito delle cose.

 E’ qui che siamo lontani e la distanza è totale. Fatevene una ragione. 

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