“Ma mi faccia il piacere!”

Era l’estate del 2016, esattamente il 22 luglio un venerdì sera quando, in pompa magna al Palacongressi, Sindaco, assessore Giovanardi e il dirigente Bonito annunciavano la “rivoluzione” che avrebbe interessato l’area del porto sia a destra che a sinistra del canale. Promettevano, con fare altisonante, “chiringuito”, terrazze, verde, luoghi dedicati alla ristorazione, fontane con luci fantasmagoriche, pavimentazione in legno e piazzali con materiali di pregio. A pochi giorni dalla conclusione dei lavori sulla parte di Igea ci vien da dire: “allora, tutto qua? Dov’è il progetto strabiliante? Di quale rivoluzione urbana parlavate? E questo sarebbe un pezzo di Urban Ground? Ci viene in mente Totò: “Ma mi faccia il piacere!

Le critiche si sono accese e sono tante, sulla stampa cittadina e sui social. Molte imperniate sulla sfida bello o brutto. Noi abbiamo già detto come la pensiamo: è brutto senza altri aggettivi. Però leggiamo che bisogna aspettare prima di criticare”, come hanno scritto Giuseppe S., Gloria A., Gianmaria C. e altri sulla pagina Facebook ‘Sei di Bellaria Igea Marina se…’

Vedete cari amici il tema non è solo se piace o non piace, magari aspettando che tolgano le transenne per capire bene l’effetto finale. Il punto vero è capire qual è lo scopo, la funzione, di un intervento che alla fine ci costerà quasi 4 milioni di euro. E’ solo un abbellimento con luci e fontane con banchine rialzate oppure deve avere lo scopo, la funzione, di offrire al porto un futuro per ciò che esso rappresenta per l’intera comunità bellariese ed igeana? Prima occorre capire come si possono potenziare gli spazi per il diporto turistico (darsena e zona per il rimessaggio) per la marineria (ampliamento del bacino acqueo, piccola pescheria) per i servizi turistici legati alla ristorazione e al piccolo commercio. Poi, viene l’abito, cioè l’arredo. Prima dunque un’idea chiara di futuro: cosa deve essere il porto nei prossimi vent’anni. Poi facciamo le lucine colorate e le fontane che piacciono tanto all’albergatore che preside la giunta comunale. Qui sta il vero nodo. Qui sta la debolezza di quello che si è realizzato, purtroppo.

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