Una strada sbagliata

E’ Natale, dovremmo essere tutti bravi, buoni e pazienti. Noi di Ottopagine and C. lo siamo di solito. Siamo inguaribilmente ottimisti, come d’altronde la maggior parte di coloro che hanno un animo progressista. Siamo fatti così, pensiamo positivo.  Però ogni volta che, passando dalla Statale 16 provenienti da Rimini, imbocchiamo l’entrata per Bellaria ci chiediamo: ma perché un’entrata così disastrata? Come mai non si fa una rotatoria come si deve e magari si estende il lavoro al disgraziato ponte sull’Uso per dare alla nostra cittadina un’entrata più dignitosa? Finalmente i lavori per la rotatoria su via Ravenna sono iniziati. Bene, era ora! Tuttavia rimaniamo perplessi, il nostro ottimismo attraversato da ombre fa sorgere altre domande. Perché si sta costruendo una nuova strada che dalla rotatoria va verso il porto per concludersi nel sottopasso ferroviario a ridosso del negozio Urban e del ristorante Bagatti? Di chi è stata la brillante idea? Dei tecnici, dell’assessore, del sindaco? Chi sono i geni che hanno prodotto un tale progetto?

Ora, come si diceva, noi siamo postivi e ottimisti, ma come si fa a essere così inadeguati fino a progettare un intervento pubblico di questo tipo. Una strada che taglia in due un’area preziosa come quella, che finisce per strozzarsi nel sottopasso ferroviario senza una viabilità adeguata di smistamento, a cosa e a chi serve? A poche centinaia di metri vi è già la nuova via Properzio con tanto di passaggio idoneo anche per i pullman, e verso Bellaria c’è la via Uso che serve la zona urbana lungo porto e ferrovia, con l’unico nodo, che andava risolto, del ponte sfigato sulla statale. A cosa serve dunque, si ripete, la strada in costruzione? Qualcuno può spiegarlo? Noi abbiamo la netta impressione che sia il solito frutto pasticciato di chi non sa amministrare o di chi, peggio, pensa troppo spesso al proprio orticello di piccoli interessi trascurando le esigenze serie di un’intera comunità locale che non può permettersi più di sprecare risorse e spazi preziosi.

 

N.B. Ci fa notare qualcuno che una delle motivazioni dell’intervento sarebbe quella di offrire una viabilità migliore alla scuola di via Ferrarin. Certo, è utile trovare delle soluzioni per un così evidente bisogno. La risposta però doveva e deve essere trovata sostituendo il vecchio ponte sull’Uso con un moderno collegamento viario che consenta, fra le altre cose, una ricucitura ciclabile e pedonale della vecchia via Romea che univa, ricordiamolo, in un unico contesto urbano l’attuale Borgata al borgo di via Ferrarin.  Ma questo, comprendiamo, è già un discorso troppo difficile per l’attuale amministrazione.

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