Arenile: la situazione è grave e del domani non v’è certezza.

.il caos è arrivato

L’avevamo previsto. Il caos è arrivato. Siamo in autunno tutto appare più tranquillo. Tuttavia la routine pre-invernale non riesce a nascondere la confusione che regna nel Palazzo. E nella confusione l’incertezza la fa da padrona.

Numerosi bagnini, dopo i chioschisti, sono arrabbiati. Avevano sostenuto mesi fa il comune con le bende agli occhi, confidando nelle promesse generiche del sindaco, ora invece devono smontare i manufatti e le attrezzature cosiddette precarie perché non in regola con i regolamenti edilizi. Per tanti anni tutto sembrava a posto, ora non più. Oggi si smonta e del domani non v’è certezza. L’estate 2017 sarà ancora più calda con lo spauracchio di bandi traballanti, spese incerte da sostenere e tanta nebbia sul futuro.

.la situazione è molto seria

La situazione è da commedia all’italiana se non fosse tremendamente seria. In gioco c’è l’interesse della nostra città turistica, ma l’Amministrazione sembra muoversi, a partire dal sindaco, più per posizione presa che verso soluzioni intelligenti.

Ricapitoliamo in sintesi cosa che sta succedendo:

  1. Si punta a mettere in piedi al più presto i bandi per rinnovare le concessioni sull’arenile senza attendere la normativa nazionale, scommettendo sulla possibilità, nel tratto dove vi è la compresenza del demanio comunale e statale, di realizzare anche il prolungamento pedonale del lungomare di Bellaria facendolo pagare agli operatori. Il problema però è che il Governo e il Parlamento, facendo propria la direttiva europea, stanno definendo una nuova legge, operativa entro il prossimo anno, nella quale saranno definiti i principi, i contenuti e le modalità con cui fare i bandi. Perché allora andare avanti senza la necessaria cornice generale? Perché forzare la situazione col rischio di ricorsi, incomprensione e scappatoie locali alla fine controproducenti?
  2. Il pasticcio è sempre più pasticcio. Prima il comune, per incapacità a gestire situazioni complesse, si accanisce contro i chioschi-bar contestando strutture edilizie che per anni aveva di fatto non solo tollerato ma autorizzato. Adesso, con la situazione completamente sfuggita di mano, colpisce gli stabilimenti balneari obbligando a rimuovere o abbattere cabine, giochi, manufatti e passerelle varie che si trovano sul demanio comunale: strutture fisse e movibili, anche queste da tempo installate e di fatto sempre autorizzate. Il tutto senza sapere cosa accadrà domani. La cosa è gravissima! Si dimostra una leggerezza e una testardaggine inutile che può portare solo a disservizi, costi aggiuntivi per gli operatori, invenzioni autorizzative dell’ultima ora alla vigilia della stagione estiva.
  3. Si è approvata una delibera di consiglio comunale il 29 di settembre per mettere una pezza al buco delle concessioni di demanio comunale fatte scadere. Tuttavia la pezza non copre il “casino” innescato. Se da una parte vengono prorogate le autorizzazioni a esercitare l’attività di spiaggia fino al 30 settembre 2017, dall’altra si ricorda ipocritamente che si autorizzano “i relativi interessati al mantenimento delle proprie strutture ed attrezzature ivi presenti, qualora legittimate dal punto di vista edilizio, paesaggistico, demaniale e doganale”. Ma come faranno a legittimarle se l’unico strumento è il piano dell’arenile, il quale si applica per comparti attraverso bandi pubblici per la riassegnazione delle concessioni? Forse è vera la frase minacciosa “se non si procede col nuovo piano di spiaggia ci saranno problemi per aprire le attività la prossima estate”, fatta alle categorie economiche dal sindaco e riportata dalla stampa locale. Qui casca l’asino! Dopo decenni di inerzia, tutto l’accanimento degli ultimi tempi contro la paventata illegittimità delle attrezzature di spiaggia ha in verità l’obiettivo di forzare la situazione. Di fare “per primi” i bandi per le nuove concessioni con la malcelata speranza di far tirar fuori ai privati i soldi per il nuovo lungomare e forse, anche, di favorire qualche nuovo investitore a discapito dei vecchi gestori. Sono molti i movimenti in corso, attenzione.

.patetico

Patetico il comunicato della cooperativa bagnini. Dicono che tutto va bene, che non c’è ultimatum del comune, che i tecnici stanno lavorando, che hanno informato i soci. Portano il cervello all’ammasso senza accorgersi che il rischio non è solo quello di avere disservizi per la prossima stagione ma anche, alla fine, di essere tagliati fuori a favore di forze economiche ben superiori.

.siamo d’accordo

Siamo d’accordo sulla qualificazione dell’arenile, per certi aspetti in ritardo rispetto una domanda turistica sempre più esigente; siamo favorevoli al prolungamento pedonale del lungomare  fino via Italia; siamo altresì convinti che i nostri operatori di spiaggia debbano unire le forze per innovare e per evitare che società esterne, senza competenze e marchio identitario, al momento dei bandi, prendano il sopravvento.

.è inutile essere primi per finire nel fosso

Tuttavia una partita così impegnativa il comune deve gestirla con più saggezza, maggiore capacità coordinamento su scala romagnola, e soprattutto deve garantire la giusta integrazione fra demanio locale e statale che può essere tale solo in un quadro di norme e di regole certe generate dalla legge che il Parlamento sta per varareE’ inutile essere primi se poi si finisce in un fosso, con gravi conseguenze per tutta l’offerta turistica di Bellaria Igea Marina.

 

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