Don Rigoberto candidato sindaco

Chissà se il don Rigoberto nostrano riuscirà a fare breccia nei cuori dei bellariesi come in quello della sua ‘amata donna Lucrezia’. Certo il nome scelto è impegnativo, poco o niente usato da noi con l’aggiunta che nessuno ne conosce realmente il significato. Essendo spuria la provenienza, la stessa frase latina “nomen omen” perde significato. Wikipedia cerca di metterci una pezza asserendo che forse Rigoberto deriva dal tedesco Richbert (traducendolo un po’ forzatamente “signore illustre”), ma il risultato è peggio del buco. E’ difficile perciò, per noi ignoranti cittadini, capire come mai a mo’ delle star di Hollywood Gabriele Bucci, candidatosi prossimo sindaco di questa nostra laboriosa cittadina, abbia voluto arricchire il suo profilo con un tale nome d’arte. Forse per il suo passato di direttore dell’Associazione Albergatori di Rimini che lo spinge a trovarsi un avatar poco professional, forse per i suoi trascorsi a radio BIM dai quali ha ereditato il piacere del semiserio, o forse semplicemente per la sua innata fulgida fantasia, che farebbe invidia al ben noto personaggio di Cervantes, o forse ancora, e questa potrebbe essere la risposta giusta, perché è stato preso, anima e mente, ..sullo sfondo dei contorti e canuti alberi dell’Oliveto di San Isidro…, dalla bellissima Lucrezia conosciuta nelle pagine de “Los cuadernos de don Rigoberto” vergate dal premio nobel Vargas Llosa. Ecco, forse abbiamo fatto centro: Gabriele Bucci si riconosce pagina dopo pagina nel labirintico racconto dello scrittore peruviano, dove sensualità, erotismo, eleganza libertina, si incrociano in una storia fatta di tante storie. Identificandosi alla fine pienamente con don Rigoberto e con quello che Vargas Llosa racconta del suo personaggio: una descrizione fisica che assomiglia molto a Nosferatu, gran naso e immense orecchie, ma anche molta cultura e molta eccentrica curiosità, un lavoro che lo riempie di cose e un mondo circostante che non gli piace. “La sfida di Don Rigoberto sta nella sua volontà di arrivare al raffinamento continuo di una relazione, nell’arricchirla costantemente con l’aiuto dell’immaginazione.”

In sintesi, cari amici, come emerge dal libro, e dal suo autore, don Rigoberto fa dell’immaginazione, dell’illusione, dell’adozione di ruoli diversi i pilastri fondamentali della sua esistenza stessa.

Ora abbiamo capito, svelato il mistero di Gabriele Bucci Don Rigoberto candidato sindaco di Bellaria Igea Marina. E questa nostra illuminazione ci aiuta a orientarci sull’ultimo scritto del Nostro, che inizia: “Ci è stato a gran voce chiesto un commento sul convegno di ieri degli Amici di Bellaria Igea Marina al cinema teatro Astra. Con la consueta sincerità e schiettezza abbiamo (lui e Don Rigoberto) scritto quanto segue.” Il ‘quanto segue’ è assai lungo, lo risparmiamo ai nostri lettori. Si tratta di una serie di considerazioni aggrovigliate attraverso le quali non è facile inoltrarsi. Però per non far torno a nessuno e dare il giusto riconoscimento al Nostro ci facciamo aiutare dallo stesso Vargas Llosa che posta all’inizio del suo romanzo, “I quaderni di don Rigoberto”, la citazione presa da HÖlderlin: “L’uomo è un dio quando sogna e un mendicante quando riflette”. Citazione fu mai così acconcia. Il nostro candidato sindaco è un grande quando sogna e un piccolo quando riflette.

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