Consigli di lettura: I CELTI IN ITALIA

I   C E L T I  I N  I T A L I A   di V.Kruta e Valerio M. Manfredi Ed.  Mondadori € 10.00

I celti di ieri e di oggi

L a storia dei Celti ha radici lontanissime; alcune teorie sostengono che l’origine di quel popolo potrebbe risalire a movimenti etnici del III° millennio a.C., all’epoca della diffusione in Europa centrale ed occidentale dell’uso del metallo. Nelle epoche successive queste popolazioni occuparono gradualmente vaste regioni, dall’Atlantico ai Carpazi, dalle grandi pianure del Nord alle coste del Mediterraneo.

Oggi le popolazioni di lingua celtica ( complessivamente due milioni di individui) occupano alcune regioni del Nord Europa: la Bretagna armoricana, il Galles, parte della Scozia e dell’Irlanda. In mezzo secoli di storia, di migrazioni, di guerre con in evidenza due grandi vicende che ne hanno segnato pressoché la scomparsa. Prima la conquista romana della Gallia Cisalpina e Transalpina ad opera in primo luogo di Cesare, della Germania fino al fiume Reno e della Britanna nei secoli II°-I° a.C e nei due successivi. Poi la comparsa sulla scena nel V°sec.d.C.dell’elemento germanico ( Angli e Sassoni) che si sovrappose oltre la Manica alle popolazioni di stirpe celtica, già romanizzate e inserite nell’Impero, relegandole ai margini estremi dell’Europa occidentale.

L’invasione celtica dell’Italia

Ma già dal VI° secolo a.C. i Celti, che i Romani chiamavano “barbari”, fanno parte del tessuto etnico dell’Italia e due secoli più tardi irrompono con incursioni di diverse tribù nella Valle Padana attratti dalla mitezza del clima, dai prodotti agricoli che non conoscevano e spinti anche da ragioni demografiche. Si dirigono verso sud attraverso l’Emilia Romagna, lungo la costa adriatica fino alle Marche,cacciando e sostituendosi agli Umbri e agli Etruschi. Giungono fino a Roma mettendola a sacco nel 390 a.C. determinando quella che fu poi definita “ la catastrofe gallica”. Una seconda penetrazione può essere considerata quella del mercenariato; guerrieri valorosi e di grande prestanza che si mettono al servizio dei Romani e dei loro nemici, quali i Cartaginesi di Annibale e i Greci di Sicilia.

Le incursioni in Emilia Romagna e Marche. La conquista romana della Gallia Cisalpina. Il tentativo di impadronirsi di Rimini

Nell’area emiliana-romagnola transitano le tribù dei Senoni che si stanziano sulla costa marchigiana, i Lingoni (tribù provenienti dalla Gallia- regione di Langres) che occupano l’area compresa fra il confine con le Marche e, presumibilmente, il Rubicone che in seguito costituì un confine romano, testimone di eventi ben conosciuti. Più a Nord, fino a Bologna e nelle valli appenniniche si stanziano i Boi, tribù bellicosa e irriducibile, provenienti dalla Boemia, che fissano il centro principale a Felsina. Questi tentano anche di occupare Ariminum nel 238 a.C., da trent’anni colonia romana e importante porta di accesso alla Pianura Padana. L’obbiettivo non viene raggiunto per i contrasti fra gli stessi Boi, i Transalpini e i Liguri, sfociati poi in una guerra fratricida, coinvolti nel disegno di impadronirsi della colonia riminese. Gli stessi Boi vengono cacciati verso Nord e dopo molte battaglie sono sconfitti e decimati dalle legioni del console Scipione Nasica nel 192 a.C. Altre tribù vinte dai Romani, impegnati nella sottomissione della Cisalpina, vengono assorbite dalla cultura indigena e si integrano nell’Impero Romano che durerà per secoli.

La cultura gallica. I riferimenti locali

Il libro scritto a due mani da Kruta e Manfredi alla luce delle più recenti scoperte archeologiche e linguistiche, ci offre un ritratto affascinante del popolo celtico che, assieme a Etruschi, Veneti e Latini, costituisce parte integrante del tessuto etnico italiano. I Romani nella loro espansione verso Nord crearono nuove Province beneficiando di una realtà lasciata dai Celti ben sviluppata e di livello elevato nell’agricoltura, nell’artigianato, nella lavorazione del legno, dei metalli, nelle armi. Una ricchezza complessiva che costituirà un patrimonio importante per le popolazioni dei secoli successivi.

Oggi se si parla di Celti molti li identificano con uno stile musicale, espressione di una mentalità specifica di un lontano passato, senza immaginare il ruolo e l’importanza del fatto celtico nel processo di formazione dell’Europa. Vale la pena addentrarsi nella storia di quella antica popolazione che ha lasciato tracce ancora oggi riscontrabili nella cultura italiana contemporanea.

Non mancano nel libro riferimenti e notizie di vicende accadute nella realtà regionale, in Romagna e nell’area riminese.

celti-giorgio

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