Consigli di lettura “ADRIANO”

ADRIANO di James Morwood –Ed: Il Mulino 2013 € 12.00

Il libro ricostruisce la figura di Elio Adriano, imperatore dal 117 al 138 d.C. e ne racconta le imprese sullo sfondo di Roma antica all’epoca del suo massimo splendore. Adriano governò l’immenso Impero con grande talento politico e amministrativo, conseguendo successi sulla scena interna ed esterna all’impero stesso. Uomo di contraddizioni, letterato, ammiratore della cultura greca, architetto, conoscitore ed aperto ad interessi diversi, dalla religione all’arte, ai misteri dell’occulto, alle tecniche e strategie militari.

Alcune realizzazioni che testimoniano la sua grandezza sono ancora oggi visibili e sono state riconosciute Patrimonio dell’Umanita’. La Villa Adriana di Tivoli, sua residenza imperiale extra-urbana; il Mausoleo (Mole Adriana), oggi Castel Sant’Angelo; il Pantheon, fatto edificare dall’imperatore sulle macerie dell’originaria costruzione eretta centocinquant’anni prima da Vipsanio Agrippa, primo comandante militare e genero di Augusto. Infine il famoso Vallo di Adriano, in parte restaurato, una gigantesca opera di difesa che tagliava in due l’isola britannica dall’Atlantico al mare del Nord, realizzata sui confini attuali fra Scozia e Inghilterra a protezione della Britannia, provincia romana, dalle incursioni dei Caledoni.

Questo grande imperatore, colto e raffinato, calato nella sua epoca molto lontana, ma anche moderno e vicino ai tormenti di ogni uomo e di ogni tempo, affermava di “ sentirsi responsabile della bellezza del mondo”. Morwood nel tracciarne il profilo ne evidenzia la modernità alla luce delle sue contraddizioni e dello spirito inquieto. Anche la grande scrittrice Marguerite Yourcenar, nel suo capolavoro“ Memorie di Adriano”, aveva ampiamente trattato e approfondito tutti gli aspetti della sua complessa personalità.

Resta memorabile il suo addio all’anima, dettato ad uno schiavo, mentre la vita se ne stava andando:

“Animula vagula blandula ……”

Piccola anima smarrita e soave, compagna ed ospite del corpo, ora ti appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti.

Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più…Cerchiamo d’entrare nella morte ad occhi aperti…”

(Traduzione di Lidia Storoni Mazzolani )

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